Chi dara ai miei occhi tante lacrime quante sono le lettere per dipingere, mediante lacrime trasparenti, le pietose lacrime dell’immenso cruccio della mia amata moglie?
Patimento d’amore
Dal Taccuino dell’Eterna Sapienza
Pura moglie e chiaro sovrana del etere e delta terreno, tocca il mio coraggio pietrificato insieme una delle calde lacrime giacche versasti attraverso l’amara preoccupazione del tuo amore prodotto, in fondo la misera afflizione, perche codesto audacia si intenerisca e possa comprenderti; in realta la pena del centro e di simile animo perche nessuno la conosce abilmente, nel caso che non chi l’ha provata. Ah, allora tocca il mio audacia, eletta donna, insieme le tue tristi espressioni e dimmi insieme poche parole significative ragione me le ricordi, che fatto provasti e maniera ti comportasti presso la afflizione, in quale momento vedesti il tuo affezione bambino, la bella Eterna perizia, decedere cosi penosamente.
OPINIONE: Tu devi intenderlo per mezzo di lamento e con dispiacere del coraggio; ed qualora dunque sono libera da ciascuno male, non lo ero nondimeno mediante quel tempo.Prima di spingersi fondo la afflizione avevo cordiale alcuni grandi indicibili dolori, particolarmente qualora ebbi la prima apparizione di mio frutto, maltrattato, colpito, brutalizzato: per motivo di cio rimasi privato di forze e dunque sfinita fui condotta, seguendo il mio preferito fanciullo, sotto la afflizione. Ma cio perche mi domandi, cioe che tipo di fu il mio stato d’animo e mezzo mi comportai, ascoltalo, durante quanto e plausibile saperlo; difatti non e no apparso un cuore in quanto possa conoscerlo a fitto.
Vedi, tutte le sofferenze che provo giammai un animo, paragonate all’insondabile tormento affinche il mio animo sofferse dunque, sarebbero che una goccia d’acqua durante gara al mare. Percio comprendi corrente: ancora e gradevole l’Amato con l’aggiunta di e affabile e puro [verso di noi] e oltre a sono insopportabili la sua perdita e la sua morte. Dunque, mentre niente affatto nacque sulla terraferma taluno percio tenero; qualora si e in nessun caso visto non so che di piuttosto affabile giacche non fosse il mio eccezionale gradevole preferito attraverso il che tipo di e nel quale io possedevo interamente incluso cio in quanto presente umanita potrebbe conferire?
Ero proprio morta verso me stessa e vivevo insieme Lui, e a fatica il mio gradevole affetto fu liquidato, solo dunque morii del tutto. Come il mio straordinario prediletto eta solo ed periodo bene su ogni amore, cosi la mia unica patimento fu unica e patimento al di sopra qualsivoglia altra dolore di cui si tanto in nessun caso parlato. La sua bella, radiosa cordialita eta in me una panorama disponibile, la sua degna idolo evo una mite aspetto a causa di i miei occhi, badare a Lui periodo la diletto del mio sentimento, parlare di Lui eta il mio trastullo, intendere le sue dolci parole epoca attraverso la mia residente modo un tono d’arpa. Evo lo immagine del skout mio coraggio, la diletto della mia ossatura: il monarchia dei cieli e della paese e compiutamente cio perche essi contengono, io lo possedevo nella sua figura.
Qualora io vidi il mio soltanto affezione, il mio compiutamente sospeso al di sotto i miei occhi nella indigenza della dipartita, povero me, che spettacolo! Povero me, in quanto circostanza fu quello! Mezzo mori sopra me il mio audacia, mezzo fu abbattuto il mio spirito! Appena rimasi in assenza di forze e che svanirono tutti i miei sensi!
Io alzai gli occhi, bensi non potevo avviarsi in aiuto del mio amato bambino; li abbassai: vedevo insieme i miei occhi coloro perche maltrattavano tanto miseramente mio Figlio! Come mi parve ressa la terrai Ero rimasta privato di animo, la mia canto eta svanita, avevo sciupato tutti prepotenza. E comunque, quando ritornai per me, levai la mia voce roca e, in mezzo a le altre, dissi per mio ragazzo queste parole: “ahi, Figlio mio, ohime, mio frutto, ohime, immagine gioioso del mio cuore, nel che numeroso condensato ho guardato insieme conforto, mezzo ti vedo misero allora, anteriore ai miei occhi! Povero me, preziosi oltre a ricco del umanita, mia fonte, mio autore e tutto cio cosicche il mio centro puo pensare, prendimi per mezzo di te ovverosia verso chi vuoi mollare la tua misera mamma? Ohime, ragazzo mio, chi mi concedera di spegnersi per te, di adattarsi questa decesso amara durante te? Povero me, spregevole tormento di una origine privata del suo bene, mezzo sono derubata di ogni allegria, affetto e piacere! Povero me, fine ingorda, scopo mi risparmi? Prendimi, prendimi e ingresso verso mio ragazzo la sua povera mamma attraverso la che stare e piuttosto triste giacche morire. Io vedo in passato spirare l’unico in quanto la mia residente ama, ohime, bambino mio, ah, preferito bambino mio!”.
Vedi, e mentre piangevo cosi malinconicamente, mio Figlio mi consolava unitamente ingente utilita e in mezzo a l’altro mi diceva cosicche il genere affabile non poteva succedere redento per seguente metodo e affinche Lui voleva rianimare il terza parte tempo e sarebbe comparso a me e ai discepoli e disse; “domestica, trattieni le lacrime, non piagnucolare, mia bella fonte! Io non voglio abbandonarti verso l’eternita”. E quando mio prodotto mi consolava dunque amichevolmente, mi raccomando al discepolo giacche amava e affinche epoca in quel luogo dono col cuore pieno di dolore: le parole penetrarono simile lamentosamente e percio stentatamente nel mio cuore perche trapassarono il mio coraggio e la mia ossatura come una sciabola appuntita – addirittura i cuori induriti, in quella occasione, ebbero abbondante misericordia di me. Levai le mani e le braccia e, nella poverta del mio coraggio, avrei di buon grado abbracciato il mio tenerezza, ciononostante corrente non pote essermi concesso. E, sopraffatta dal grande strazio, mi accasciai al di sotto la afflizione, non so quante volte perdetti la voce; e quando rinvenni e niente estraneo pote essermi permesso, baciai il parentela perche scorreva dalle sue ferite, alquanto affinche le mie guance e la mia fauci, pallide, divennero tutte color stirpe.
IL CAMERIERE: Ahime, infinita indulgenza, in quanto misterioso pena, affinche tortura e codesto dolore! Ove mi devo volgere, direzione chi devo governare i miei sguardi? Qualora guardo la bella perizia, ahi, io vedo una tal castigo di coalizione alla quale il mio coraggio dovrebbe sprofondare: all’esterno si bando contro di Lui, spiritualmente l’angoscia persona lotta davanti di Lui; tutte le sue vene sono tese, totale il conveniente vigore scorre. E tutto un penare, un spirare soltanto senza tenerezza, privato di alcun consolazione.